L'appello dei docenti delle scuole
Al Presidente della Regione Siciliana,
siamo docenti di storia allarmate dalla notizia della chiusura dell’Istituto Gramsci siciliano, nel caso in cui venisse confermata la sua esclusione dai benefici stabiliti dal DDL di variazione del bilancio regionale 2014.
Sappiamo anche che neppure il pur ridotto finanziamento 2013 è ancora stato erogato, tarpando così ogni orizzonte di programmazione delle attività e, cosa altrettanto se non più grave, non garantendo la giusta e dovuta retribuzione al personale, costituito ormai da sole tre persone, e unanimemente apprezzato per qualificazione, professionalità, produttività e creatività, dedizione e attenzione alle esigenze di tutta la variegata utenza dell’Istituto. In queste preparate professioniste, la bibliotecaria e l’archivista, sempre e malgrado tutto splendidamente motivate e appassionate al proprio lavoro, in un segretario amministrativo cortesissimo e competente, noi insegnanti e studentesse e studenti abbiamo trovato l’accoglienza e le capacità che tanto sono proficue per le nostre attività didattiche.
La storia della mafia e dell’antimafia, la storia dei movimenti contadini e popolari, la storia delle donne e le culture di genere, la storia dell’informazione democratica, le intersecazione letterarie e linguistiche, sociali e politiche delle culture classiche e contemporanee, attraverso testi documenti e attività di ricerca, convegni e pubblicazioni: di questo ampio e fertile capitale culturale il mondo della scuola è stato utente e protagonista, grazie proprio alla presenza attiva dell’Istituto Gramsci siciliano.
Perché distruggere questo patrimonio, fatto di libri e documenti, professionalità e esperienza, capaci nel concreto di creare e far crescere un luogo aperto e vivace, ricco di attività di ricerca e confronto scientifico e civile?
Perché le graduatorie di merito -stilate dalla stessa amministrazione regionale sulla base di criteri oggettivi e scientifici- vengono ignorate e stravolte, attribuendo con sorpassi bislacchi immotivati finanziamenti ad altri beneficiari?
Perché continuare a strozzare, con l’inspiegabile lentezza e l’ottusa sonnolenza dei ritardi burocratici e della miope politica dei tagli lineari, la vitalità della Biblioteca e dell’Archivio storico, il patrimonio ineguagliabile dei fondi librari e archivistici, la partecipazione propositiva e collaborativa alla vita intellettuale e democratica di Palermo e dei suoi Cantieri culturali?
Perché, al di là di ogni gergo nominalistico o politichese, è proprio la funzione gramsciana del lavoro intellettuale che non deve essere riconosciuta, presidente Crocetta?
Noi continuiamo a studiare e insegnare storia, continuiamo a costruire senso al nostro impegno civile e professionale nella scuola siciliana, continuiamo a credere che coscienza critica e crescita culturale siano inseparabili, e che da esse parta il vero riscatto da ogni oppressione.
Continuiamo a pensare, signor Presidente, che anche per lei una biblioteca sia preferibile agli arsenali per farsi presidio di cultura, per l’affermazione dei diritti costituzionali, per restituire fiducia nella giustizia, nell’impegno civile e solidale, nel merito, per le giovani generazioni.
Le chiediamo pertanto di restituire all’Istituto Gramsci siciliano tutte le risorse necessarie per continuare a vivere.
Piera Fallucca, Renata Ragalbuto, Roberto Lopes - Liceo Classico 'Vittorio Emanuele II'
Isabella Albanese, Gabriella Ammendola - Liceo Classico 'G. Meli'
Alessandra Butera, Enza Guarino - Liceo Scientifico 'G. Galileo Galilei'
Daniela Musumeci - Liceo Classico 'Umberto I'